Restiamo umani

Rileggendo il post di ieri, mi è venuto in mente di farvi ascoltare una canzone che ho scritto quando avevo 16 anni. Venne fuori un pomeriggio d’estate, quasi di getto. Non è solo una canzone pacifista, ma soprattutto descrittiva: parla degli istanti che le persone vivono quando vengono bombardate o di quando un genitore cerca di strappare il proprio figlio alla morte.
Noi in Italia, “protetti” nelle nostre case in cemento, non possiamo capire fino in fondo cosa si prova quando un palazzo viene raso al suolo. Quelle persone invece ce l’hanno scritto negli occhi e sono molto più vicine a noi di quel che crediamo.